Domenica 13 maggio: tutti a Roma per la marcia per la vita! “Perché”, ci si potrebbe chiedere? Per difendere la vita … “Ma come, chi è tanto insensato da voler attaccare quello che è il dono più grande che ci ha fatto il Buon Dio, dandoci l’essere?” … Qualcuno c’è … e per questo domenica 15.000 persone si sono mosse e hanno sfilato per difendere questo bene tanto prezioso. Visionari? Malati di manie di persecuzione? Mossi solo da un’utopia? O forse si battono per qualcosa di vero e importante? Evidentemente, qualcosa c’è! E non solo qualcosa …
Domenica mattina ci svegliamo alle 5 per arrivare in tempo a Roma per partecipare alla marcia. Arriviamo a Roma: Via dei fori imperiali è chiusa al traffico: “una manifestazione podistica” mi dice un vigile. “Che strano – penso – due manifestazioni in contemporanea e nello stesso posto”; ma non importa, parcheggio il pullmino in zona San Pietro, per recuperarlo dopo la Messa, e prendo il pullman per il Colosseo. Subito un ragazzo mi chiede: “Lei è qui per la marcia?” Ha un chiaro accento del nord – Italia: è venuto con alti 100 da Trento per manifestare la difesa e la bellezza della vita. “L’anno scorso eravamo 700 – mi dice – ma quest’anno saremo certamente di più: tutta Italia si è mossa per difendere la vita”. E così ci avviciniamo al Colosseo, e una cosa mi colpisce: è un ritrovo tra amici; la musica è forte (giusto che lo sia!) ma discreta, non mi disturba le orecchie e neanche mi agita (come la musica in discoteca). Trovo molte famiglie, bambini, giovani e adulti; arrivo proprio quando Gianna Emanuela parla della madre, la Santa Gianna Beretta Molla: come poteva mancare lei, che è la prova vivente dell’eroicità cristiana di fronte al pericolo e alla sofferenza, di fronte alla codardia del mondo che sceglie la via più comoda per i propri interessi e piaceri?
Mi aggiro per la folla, parlo con la gente: chi viene da Torino, chi dalla Campania, chi dalla Polonia … chi porta un marchio religioso, chi “semplicemente” un “NO all’aborto”; ma tutti portano un loquace sorriso sulle labbra: la felicità del cristiano. “Lei è orionino?” mi chiede una signora; “No, del Verbo Incarnato!”; “Che bello – mi risponde – siamo tutti qui a testimoniare la vita: quanto è importante portare questo messaggio al mondo sonnecchiante”. E inizia la marcia: qualcuno canta, altri inneggiano alla vita, altri sfilano silenziosamente. Mi ricongiungo al mio gruppo, e mi inserisco nei canti; qualcuno improvvisando su una musica forte (questa volta veramente forte) di una manifestazione che si sta svolgendo sul nostro percorso incomincia a cantare a ritmo “VITA!!”, e anche quello che sembrava un ostacolo si trasforma.
La marcia continua: nei volti si vede quel sano orgoglio di chi sta facendo il bene, si vede la felicità di chi combatte per un ideale giusto. Qualcuno cerca di mettere ostacoli (cartelli, false interviste provocatorie) ma tutti continuiamo felici e convinti di ciò che facciamo.
Alla fine si giunge a Castel Sant’Angelo: un ultimo discorso e poi a San Pietro per la Santa Messa, presieduta dal Card. Comastri; a concelebrare una quindicina di sacerdoti, e quasi tutti del’IVE; ed a cantare il nostro coro. Il Cardinale parla benissimo, riportando ciò che i cristiani dei primi secoli dicevano per combattere l’aborto, da subito ritenuto dalla Chiesa e dal sentire comune cristiano (e quindi autenticamente “umano”) “abominevole delitto”, come dice il Vaticano II.
E dopo la Messa si torna a casa.
I commenti alla giornata sono stati molti: i giornali dicono molte cose, chi non c’è stato ne dice ancora di più … ma per noi che eravamo presenti è stata una giornata incredibile.
Finisco con le parole di un Padre del nostro Istituto, che lui, sì, era con noi a sfilare: “C’era un ambiente bellissimo, proprio di quando si ritrovano i figli di Dio, privo completamente di volgarità e di risentimento. “Solo sii molto forte e coraggioso” (Giosuè 1,7), “Io marcerò davanti a te …” (Is 45,2). Questo ho visto: la forza e il coraggio, sostenuti dalla fiducia nel Signore che marcia per primo in queste iniziative. La marcia è stata segnata da una vera gioia interna, quella che solo Dio può dare. Perciò, anche quando si combatte bisogna riconoscere con Chesterton che “la gioia è il segreto gigantesco del cristiano”. La marcia è stata segnata dalla grazia di Dio, quindi tra i suoi figli non poteva mancare la gioia”.
sem Damiano Grecu, IVE
Fonte: www.iveroma.org